Nella mia esperienza maturata all’estero come accompagnatore turistico, mi sono spesso sentito domandare cosa ci fosse da visitare nel centro di Terni. Desideroso di dare lustro ai siti di interesse storico-monumentale presenti nella mia città, la prima cosa che generalmente mi è sempre saltata in mente è l’Anfiteatro Fausto, ovvero la testimonianza più importante della Terni romana.

Costruito presumibilmente tra il 30 e il 32 d.C., e quindi più antico del Colosseo, questo edificio di forma elettica poteva contenere fino a 10.000 spettatori, e si caratterizza per il suo stile costruttivo in opus reticulatum.

Un’iscrizione in marmo, conservata presso il locale Museo Archeologico, oltre a ricordare la data di edificazione dell’Anfiteatro avvenuta sotto l’imperatore Tiberio, testimonia l’origine antichissima di Terni (Interamna Nahars), che si vuole fondata nel 672 a.C..

Un giro alla scoperta del centro storico di Terni, non può quindi non includere questo importante monumento, che si trova peraltro incastonato tra la Cattedrale ed il Parco della Passeggiata, in una zona quindi di particolare interesse, pure per la presenza di notevoli edifici di architettura medievale (Palazzo Mazzancolli, Chiesa di Sant’Alò, Torre Barbarasa) e rinascimentale (Palazzo Rosci e Palazzo Spada) a poca distanza.

Tutti i Ternani sanno tuttavia che l’Anfiteatro Fausto non è accessibile al pubblico, o meglio, lo è generalmente solo nella stagione estiva, quando vi vengono proiettati dei film all’aperto. Finito quindi il lockdown, e riaperti i siti della Cascata delle Marmore e di Carsulae, questo antico monumento rimane purtroppo visitabile solo dall’esterno, dove peraltro si nota pure una certa incuria (vedi foto sotto).

Si faccia bene attenzione. Non è mia intenzione criticare con questo articolo l’attuale amministrazione comunale, di cui in linea di massima apprezzo gli sforzi per promuovere il territorio, volendo solo riportare qui una serie di dati oggettivi tratti dal web. Del resto neppure le giunte cittadine precedenti hanno realmente considerato l’Anfiteatro Fausto un’attrazione turistica, e ciò lo si deduce pure dall’assoluta mancanza di segnaletica, eccezion fatta per un cartello nascosto dai rami alla fine dell’adiacente via Roma. Il recente vincolo architettonico posto per un edificio moderno che si stava costruendo nelle sue adiacenze lascia anzi ben sperare, e l’augurio è che il presente articolo possa appunto servire da ulteriore stimolo.

Senza voler entrare nel merito della politica, viene tuttavia da chiedersi: ma se l’unica importante testimonianza dell’epoca romana è chiusa al pubblico, e per nulla valorizzata, ha davvero un senso pensare ad una Terni che possa rendersi appetibile agli occhi di un visitatore? Siamo davvero convinti che mostrare la grande pressa fuori dalla stazione ferroviaria, o le altre varie opere d’arte in acciaio disseminate per la città, possa avere la stessa significatività che portare un turista all’interno dell’Anfiteatro Fausto?

Nella mia esperienza di accompagnatore turistico a Londra, ho visto americani commuoversi con le lacrime davanti ad una misera sezione di mura romane. E sono proprio le glorie del nostro passato che spingono in Italia molti turisti americani, giapponesi, cinesi, ovvero popolazioni che la grandezza delle opere romane potrebbe altrimenti godersela solo in cartolina.

Volendo approfondire la materia, sono andato a dare un’occhiata a cosa i visitatori riferiscono su Tripadvisor e Google, trovandosi 45 recensioni nel primo sito, e ben 170 nel secondo, a dimostrazione di come questo monumento non possa affatto considerarsi di secondo piano.

Partiamo allora da Tripadvisor, che è il sito più indicativo per chi ama viaggiare. Nella sezione “cose da fare a Terni”, l’Anfiteatro Fausto si colloca solo al 17esimo posto, preceduto addirittura dal Parco Chico Mendes (in settima posizione), dalla piscine del CLT (decima posizione) o da altri edifici come la basilica di San Valentino, la chiesa di San Salvatore, la Cattedrale e la chiesa di San Francesco.

Eppure, nonostante la sua non accessibilità durante larga parte dell’anno, le opinioni non sono poi così malvagie, trovandosi 6 recensioni con giudizio “eccellente”, e 25 con giudizio “molto buono”. Alcuni di questi sono utenti stranieri.

Un turista croato lo definisce <<il monumento archeologico meglio conservato a Terni>>, uno spagnolo <<uno dei tesori di Terni, da non perdersi>>, un australiano lo ritiene <<meraviglioso>>, rallegrandosi del fatto che alcuni operai gli abbiano permesso l’accesso, così come accaduto ad un turista giapponese, che tuttavia fa notare come <<non venga a Terni considerato un’attrazione>>.

Non potendo riportare qui il contenuto di ogni singola recensione, mi limiterò solo a quelle maggiormente positive e negative, facendo tuttavia notare da subito come, nel voler promuovere il valore di tale monumento, ci siano anche diversi Ternani che hanno lasciato delle loro testimonianze.

Leggiamo allora tra le recensioni positive: <<è il monumento romano più importante di Terni, da vedere!>>, <<magico, si consiglia la visita di questo bellissimo anfiteatro>>, <<vero e proprio capolavoro della Terni Romana>>, <<interessantissimo opus reticulatum, come pochi se ne vedono in Italia>>, << il monumento più importante di Terni>>, <<il piccolo Colosseo di Terni>>, <<uno dei complessi più suggestivi della città>>.

Vediamo invece quelle negative: <<una vergogna, l’anfiteatro non è visitabile, tenuto in pessime condizioni, ma soprattutto anche la segnaletica turistica affissa a quasi 3 metri di altezza, non permette neanche di essere letta>>, <<peccato l’incuria, un tesoro lasciato in rovina>>, <<una vergogna per la città, tenuto malissimo, erba alta ovunque, sporcizia e degrado>>, <<invaso dalle erbacce>>.

In delle recensioni datate al 2015, in un periodo in cui il sito era stato reso temporaneamente fruibile, è inoltre interessante segnalare come qualcuno abbia fatto notare la buona scelta di integrare l’accesso all’Anfiteatro con un biglietto unico alla visita di Carsulae, e pure come la guida sia stata assolutamente all’altezza della situazione.

Passiamo allora alle recensioni che troviamo su Google, dove l’Anfiteatro Fausto ottiene un lusinghiero giudizio di 4,3 stelle su un totale di 5.

Tra le valutazioni positive, si legge: <<luogo suggestivo e straordinario>>, <<rovine con enormi potenzialità>>, <<il Colosseo di Terni>>, <<luogo fantastico>>, <<splendido Anfiteatro con potenzialità enormi>>, <<uno spettacolo, punto>>.

Tra quelle negative, troviamo: <<completamente disorganizzato, abbiamo dovuto letteralmente smuovere mezzo mondo per visitarlo>>, <<ingiusto che sia aperto solo per il cinema>>, <<tenuto piuttosto male, è chiuso, una vera perdita per il turismo locale>>, <<sarebbe un teatro all’aperto di grande fascino e bellezza se solo fosse valorizzato a dovere>>, <<meriterebbe più considerazione storica e più investimenti pubblici>>, <<lasciato allo sbaraglio, il problema è che Terni come città non cura molto i luoghi più “cari”>>.

Questo è appunto il quadro. Per chi opera nel turismo, ritengo sia fondamentale tenere sotto controllo le recensioni lasciate dai visitatori, potendosi trarre sempre degli spunti che portano a migliorarsi. Il giudizio che è emerso mi sembra chiaro: l’Anfiteatro Fausto è il monumento storico più importanre a Terni, ma merita ben altra considerazione. Va bene utilizzarlo come cinema all’aperto, ma è comunque limitativo delle sue vere potenzialità.

Concludo con una mia proposta di persona con esperienza nel settore. Non si potrebbe pensare di aprire al pubblico l’Anfiteatro Fausto almeno il sabato e la domenica, sempre con la formula del biglietto integrato, impiegando del personale con qualifiche e specifiche competenze da utilizzare come guide? E non sarebbe il caso di predisporre una più adeguata segnaletica e renderlo libero dall’incuria?

Da Ternano innamorato della sua città, posso solo augurarmi che questo mio articolo possa costituire un primo tassello per il rilancio del nostro Anfiteatro Fausto. Sono sicuro che Terni non potrebbe che beneficiare da una vera riqualifica del suo piccolo Colosseo.

Christian Armadori

 

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