L’ubicazione del pubblico mercato di Terni è una questione che più volte ha animato il dibattito tra la cittadinanza locale, già dalla fine del XIX secolo.
Lo rivela un articolo tratto dal periodico ternano L’Unione Liberale, datato 16-17 febbraio 1895.
A quel tempo, ben due erano i mercati che si svolgevano in centro, uno a Piazza Solferino, proprio sul retro del Palazzo Comunale, che oggi ospita la biblioteca; l’altro a Piazza Palestro, ossia l’attuale Piazza San Francesco.
Non mancavano gli inconvenienti legati alla loro posizione. Si legge:
<<È fuor di dubbio che i nostri due mercati di piazza Solferino e piazza Palestro dovrebbero essere concentrati in un sol punto, non solo per maggior comodo della popolazione, ma anche perché l’uno e l’altro luogo presentano inconvenienti che dovrebbero essere assolutamente rimossi.
Il primo incastrato tra gli uffici municipali, la sottoprefettura, il catasto, il telegrafo, la posta, ostruisce, quasi in alcuni momenti questo che è il centro più importante della città, e talora penetra con ondate di chiasso assordante negli uffici predetti dove invece vi è tanto bisogno di raccoglimento e calma.
Il secondo trasportato nella piazza Palestro, presso il tempio di San Francesco […] tra la porta del Convitto e quella dell’asilo, trasforma quella tranquilla località in un parco disordinato di carretti e quadrupedi che vanno e vengono, s’incrociano, precisamente nelle ore in cui gli alunni del collegio e, anche peggio, i bambini dell’asilo debbono pure essi attraversare quella piazza, e fu ventura davvero se fino ad ora non si ebbero seri inconvenienti, a lamentare. Questo mercato poi, oltre che è piazzato fuori dal centro, è male orientato e non risponde affatto alle più elementari norme che sono reclamate per luoghi destinati a siffatte riunioni>>.
L’Unione Liberale suggeriva pertanto di abbattere uno stabile fatiscente in Via Petroni, che l’Amministrazione Comunale aveva acquistato negli anni precedenti proprio con l’intenzione di portarvi il mercato, proposito rimasto tuttavia sulla carta. Si legge:
<<Ond’è che sarebbe veramente impresa degna di altissima lode se in questo pensoso momento nel quale da ogni parte di va chiedendo pane e lavoro, l’Amministrazione Comunale si risolvesse a tradurre in atto il progetto già da tempo fortemente vagheggiato.
Il nostro Comune, vari anni or sono, acquistò in via Petroni una casa con vasto orto, confinante verso est colla strada Tacito, destinando quel luogo ad essere trasformato in mercato pubblico, ne potevasi veramente trovare località più adatta di questa, sia per l’orientamento, sia per la centralità.
Codesto nuovo mercato, potrebbe avere accesso sulla Via Tacito e dovrebbe restare completamente aperto verso sud, abbattendo il fabbricato che prospetta nella via Petroni […] che, tolto quel po’ di apparenza della facciata, trovasi internamente in pessime condizioni igieniche ed edilizie>>.
Il periodico ternano si rivolse quindi alla giunta di cui era primo cittadino Domenico Claradonna. Un intervento in tal senso veniva visto come altamente auspicabile per ridare ossigeno a una città in affanno. Si noti la grande rilevanza che veniva attribuita alla materia:
<<Ci si dice che l’attuale amministrazione, auspice l’egregio sindaco sig. Claradonna, voglia iniziare la grande opera colla demolizione della casa, e con una prima e rudimentale sistemazione degli accessi; negli esercizi venturi poi, gradatamente, si provvederebbe al resto. Intanto oltre il merito di aver dato impulso ad un lavoro di straordinario interesse cittadino, avrebbe la soddisfazione di aver aperta una via di più al lavoro, nel momento in cui i nostri bravi operai vanno sostenendo una durissima prova tra quelle strettezze economiche, che divengono ogni giorno più gravi!>>.
Christian Armadori