Si chiama affettuosamente Ginger (equivalente di zenzero) ed è conservata al British Museum di Londra la più antica mummia egiziana finora conosciuta.  Trattasi di un individuo di sesso maschile, soprannominato appunto Ginger in virtù dei suoi capelli rossicci, risalente al 3400 a.C. circa, da collocarsi quindi storicamente al periodo predinastico dell’Egitto.

Essa venne rinvenuta alla fine del XIX secolo, nel mezzo del deserto sabbioso, in una località conosciuta come Gebelein, durante la campagna di scavi condotta sotto la supervisione dell’egittologo W. Budge per conto del museo londinese. Nella stessa tomba furono trovati in totale sei corpi, due uomini, una donna, e tre di sesso non identificato: tutti giacevano in posizione fecale con il corpo appoggiato sul lato sinistro, cioè il tipo di sepoltura più comune in quel lontano periodo.

Il cadavere si è conservato grazie alla particolare tecnica adoperata, che fu quella di ricoprire il corpo con sabbia calda in modo da far evaporare naturalmente l’acqua, ovvero un accorgimento molto utilizzato in Egitto prima dell’avvento della mummificazione artificiale.

La mummia di Gebelein fu acquisita dal British Museum nel 1900, ed è esposta in una tomba ricostruita dove all’interno sono collocati degli utensili risalenti allo stesso periodo, ma provenienti tuttavia da altro luogo.

Recenti analisi accurate hanno rivelato come il cadavere potesse appartenere ad un uomo morto tra i 18 e i 20 anni, che fu probabilmente assassinato con un corpo contundente.

L’importante reperto è una tappa consueta della nostra visita guidata del British Museum.

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Foto Jack 1956

 

 

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