Nell’ottica di conoscere e valorizzare i vari personaggi passati dalla valle del fiume Nera, oggi parleremo brevemente di un pittore e incisore che ha inteso rappresentare Narni in una prospettiva futurista, e cioè Roberto Marcello Baldessari (Innsbruck, 23 marzo 1894 – Roma, 22 giugno 1965), conosciuto pure con lo pseudonimo Iras.
Nato in Austria da genitori trentini, Baldessari nel 1904 si trasferisce con la famiglia a Rovereto, per sfuggire ai moti anti-italiani. Qui il padre apre un caffè che diventa punto di ritrovo per gli irridentisti locali.
Studente del prof. Luigi Comel, presso la Scuola reale elisabettina di Rovereto, questi lo incoraggia a partire per Venezia, dove dal 1908 frequenta l’Accademia di Belle Arti.
Qui Baldessari è allievo di Guglielmo Ciardi, dal quale impara i rudimenti della pittura, e di Emanuele Brugnoli, dal quale invece apprende i segreti dell’incisione.
Nel 1915 si trasferisce a Firenze, dove studia le opere di Boccioni e Carrà e aderisce al cosiddetto futurismo toscano.
Baldessari frequenta il gruppo di artisti del caffè Le Giubbe Rosse, collaborando inoltre con le riviste L’Italia futurista e Roma futurista.
Nel 1919 partecipa all’Esposizione Nazionale Futurista tenutasi a Milano. È questo anche l’anno in cui rivolge alla bellissima Narni i suoi interessi di artista.
La cittadina umbra è infatti rappresentata in tre suoi lavori. Trattasi di:
Scomposizione di linee e colori a Narni (40×60 cm), olio su cartone pressato (è il dipinto in copertina). Venduto all’asta nel 2011. Finito di nuovo all’asta nel 2014, per un valore oscillante tra £ 15.000 e 20.000.
Narni, dopo il temporale (61.4 x 49.8 cm), olio su tavola. Venduto all’asta nel 2010.
Narni (19,6 x 27 cm), olio su tavola. Venduto all’asta nel 2015.
Le presenti informazioni e le immagini allegate sono tratte dal sito artnet.com
Nei primi anni Venti, Baldessari soggiorna in Europa centrale, soprattutto in Germania, dove sperimenta opere di stampo dadaista e astrattista.
Verso il 1924, anche per distinguersi dall’architetto Luciano Baldessari, inizia a firmarsi come Iras, anagrammando le ultime quattro lettere del cognome.
Si stabilisce quindi a Roma, dove si dedica principalmente all’incisione e alla pittura di paesaggio.
Negli anni Trenta compie un nuovo viaggio in Europa partecipando a numerose mostre internazionali.
Dopo un breve ritorno al futurismo, che culmina con la partecipazione alla XIX Biennale di Venezia, e alla Mostra di aeropittura di Filippo Tommaso Marinetti del 1934, Iras si stabilisce definitivamente a Rovereto, dove realizza incisioni e affreschi di carattere paesaggistico.
Alla fine degli anni Cinquanta, comincia la rivalutazione del suo periodo futurista.
Nel 1962, esce la monografia di Riccardo Maroni, dal titolo Roberto Iras Baldessari. Pittore e incisore, contenente note autobiografiche dell’artista.
Nello stesso anno, Baldessari realizza una grande mostra personale presso la Galleria Toninelli di Milano.
Baldessari muore a Roma il 22 giugno 1965 per arresto cardiaco.
Uno dei massimi studiosi di Baldessari è lo storico dell’arte Maurizio Scudiero, che ha elaborato un Catalogo ragionato delle opere futuriste dell’artista e ha curato la retrospettiva R.M. Baldessari. Opere futuriste presso la Galleria Fonte d’Abisso di Milano nel 1997.
Nel 2011 è stata invece la Casa d’arte futurista Depero di Rovereto a dedicare all’artista la mostra Roberto Iras Baldessari. Depositi e acquisizioni al Mart.
Christian Armadori