Frédéric Ozanam (Milano 1813 – Marsiglia 1853) è stato un professore di Letteratura Straniera all’Università Sorbonne di Parigi.

Noto come storico, avvocato, giornalista e apologista cattolico, Ozanam fu il fondatore nel 1833 della Società San Vincenzo de Paoli. In Italia viene ricordato con il nome Federico Ozanam.

In virtù di questo suo impegno in favore dei poveri, nell’agosto del 1997 Ozanam è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II presso la cattedrale di Notre-Dame di Parigi.

Ozanam giunse in Umbria nell’aprile 1847, proveniente da Roma, dove si era recato per la prima Pasqua celebrata da papa Pio IX.

Sembra di intendersi che fosse accompagnato dalla moglie Amélie Soulacroix (1820-1894), impegnata anche lei nel campo della filantropia.

In prossimità di Narni, Ozanam si vide aprire agli occhi “un’ammirabile conca”, “un paesaggio insperato”. Qui effettuò la sua prima sosta. Ecco come descrisse Narni:

<<Edificata sopra una roccia si eleva la vecchia città di Narni, con le sue costruzioni pittoresche, la sua piazza pubblica, il suo palazzo comunale che ha un carattere italiano, la sua cattedrale, dove tutto richiama all’antichità>>.

La sua curiosità cadde su San Giovenale, patrono di Narni. Ozanam voleva sapere se gli inni in suo onore adoperati dalla Diocesi di Narni fossero gli stessi trascritti nel manoscritto del Vaticano.

Entrato nella cattedrale, provò allora invano a scorrere il breviario del canonico, e non incontrò nessun sacerdote a cui chiedere.

Decise quindi di recarsi direttamente a bussare alla casa del parroco, che tuttavia rimase piuttosto sorpreso da quella visita. Ecco cosa successe:

<<Faceva caldo. Il signor parroco non ha volute scendere e mi ha parlato dalla finestra. Si stabilì una conversazione archeologica dal secondo piano alla strada>>.

A Terni, i coniugi Ozanam dovettero fare giusto un rapido passaggio con l’intenzione di recarsi alla Cascata delle Marmore, che egli descrisse in termini di “ammirevole spettacolo che rispetta a pieno le promesse”.

Merita tuttavia attenzione il colorito passaggio in cui Ozanam raccontò il salasso pagato per raggiungere la grandiosa opera. Si legge:

<<È impossibile dire tutto quello che c’è da pagare. Al conducente della stazione di posta che è l’unico che ha il diritto di condurre i viaggiatori nei pressi della Cascata; alla guida che ti prende dove lui ti lascia per portarti fino alla Cascata; ai proprietari del primo e del secondo terreno che si attraversano per avvicinarsi alla Cascata; al proprietario dello scorcio da dove si comincia a vedere la Cascata; a quelli che crearono i percorsi per aggirare la Cascata; al proprietario del balcone da dove si vede la parte media della Cascata; al proprietario della tavola che fa da guado per arrivare ai piedi della Cascata; al proprietario degli asini con cui si sale sul monte di fronte alla Cascata; al proprietario del padiglione da dove si vede la totalità della Cascata; al proprietario della porta che si deve passare per ritornare dalla Cascata; e ai proprietari di niente (i mendicanti), a cui tutti i signori viaggiatori lasciano qualcosa sulla via del ritorno>>.

Come detto, le impressioni di Ozanam rimasero comunque molto positive, e non fu affatto deluso di sapere che la Cascata non fosse opera della natura ma bensì dell’uomo.

Ozanam lasciò quindi Terni per dirigersi verso Assisi, dove giunse dopo aver passato rapidamente Spoleto e Foligno.

Ozanam fu tra i principali esponenti del movimento neocattolico in Francia durante la prima metà del XIX secolo. La sua conoscenza della letteratura medievale, e la maniera in cui descrisse l’organizzazione sociale e la vita quotidiana nel Medioevo, diedero alle sue opere una qualità eccezionale, che fa sì che esse mantengano la loro attualità a centocinquant’anni dalla loro pubblicazione.

Dopo la sua morte, l’edizione completa delle sue opere fu pubblicata in undici volumi a Parigi tra il 1862 e il 1865.

Esistono oggi almeno due fondazioni dedicate a Ozanam, e che fanno appunto capo alla Società San Vincenzo de Paoli, una con sede a Roma, l’altra con sede a Saragozza.

I passaggi sopra sono tratti da Lettres de Frédéric Ozanam, 1831 -1853, Parigi, 1873.

Christian Armadori

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1 Comment

  • Fiorella Soldà, 24 Febbraio 2020 @ 14:47 Reply

    Povero Ozanam…così ispirato e disponibile a godere di spettacoli più o meno naturali! Insistente e tenace, malgrado la malagrazia di chi l’ha ricevuto e l’esosa domanda ripetuta per arrivare a vedere il “miracolo” dell’acqua che si getta e sprofonda con fascino e poesia.!

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