Con questo articolo, intendiamo fornire dei consigli per una vacanza in Albania, sulla base di una nostra esperienza di viaggio in coppia datata agosto 2022.

Non abbiamo la pretesa di essere degli esperti di questa nazione, che abbiamo giusto esplorato per un paio di settimane. Altri viaggiatori potrebbero avere avuto un’esperienza diversa. Siamo però dell’idea che il nostro contributo possa rappresentare una buona base su cui costruire il proprio viaggio in Albania.

Vi diciamo subito che a noi l’Albania è piaciuta molto, da un punto di vista storico, culturale, paesaggistico e pure culinario. E siamo anche rimasti molto soddisfatti dei prezzi. Questi sono comunque in aumento, specie lungo la costa sud.

Ci sono tuttavia pure alcune alcuni aspetti che ci sono piaciuti di meno (non troppi per fortuna!), di cui vi invitiamo a prendere nota prima di programmare un soggiorno nel paese delle aquile.

Cominciamo dicendo come i tanti albanesi che abbiamo incontrato si siano sempre mostrati disponibili e gentili. Mai abbiamo provato alcuna sensazione di pericolo, se non alla guida di un automobile, come diremo più avanti. È sconsigliato viaggiare di notte, considerando la precarietà di alcune strade. Non sono inoltre mancate occasioni dove ci siamo trovati davanti scenari di assoluta povertà, nonostante le tante Mercedes che circolano. Un po’ di capacità nel sapersi adattare vi sarà di aiuto.

Una buone fetta della popolazione parla bene l’italiano. L’inglese è invece molto comune tra i più giovani. Tra i bambini, il tasso di istruzione è del 99%.

Per entrare in Albania è sufficiente la carta d’identità. La religione più diffusa è quella musulmana, ma in modo molto secolarizzato. Si tenga infatti presente come durante gli oltre 40 anni di dittatura comunista fosse in vigore l’ateismo di stato.

Abbiamo viaggiato dall’Italia con la nostra automobile. Ci siamo imbarcati a Bari, con sbarco a Durazzo. scegliendo la compagnia Ventouris Ferris. Il viaggio di andata, di circa 9 ore, è filato abbastanza liscio, non fosse per la grande confusione ai porti di partenza e arrivo. Diremo come non possa dirsi altrettanto per il viaggio di ritorno.

Se viaggiate senza automobile al seguito, tenete presente come la rete ferroviaria albanese non sia affatto sviluppata.

In Albania il roaming europeo non funziona. Abbiamo quindi subito acquistato una sim albanese in uno dei tanti negozi di telefonia che troverete un po’ ovunque nelle città. Tenete inoltre presente che prelevaredai bancomat vi costerà molto di commissione e che non sempre nei locali è possibile pagare con carta. Noi abbiamo viaggiato già muniti di contante. L’euro è generalmente accettato. Potrete comunque trovare facilmente degli uffici di cambio. Nelle città più grandi ci sono infine delle filiali di Banca Intesa che offrono condizioni meno sfavorevoli. La moneta locale è il lek. Orientativamente, 1000 lek equivalgono a circa 10 euro.

La prima tappa è stata appunto Durazzo, dove ci siamo fermati due giorni, anche per prendere un po’ di familiarità con la nazione.

A Durazzo non c’è molto da vedere, a parte l’anfiteatro romano del II secolo d. C, il più grande dell’area balcanica. La torre veneziana è stata invece fortemente danneggiata da un recente terremoto. Il passeggio principale parallelo alla spiaggia è invece un susseguirsi di edifici costruiti senza particolare gusto.

A Durazzo siamo saliti sulla collina che porta alla villa del re Zog, purtroppo chiusa e in stato di abbandono. Viaggiavamo con il nostro cane, un lagottino di mezza taglia. Dalla pineta che circonda la villa, disseminata ancora dei bunker costruiti durante il periodo comunista, sono sbucati fuori una serie di cani randagi, di cui alcuni per niente raccomandabili, al punto che ci siamo dovuti armare di bastone.

Qui abbiamo avuto il primo assaggio di quale sia il rapporto degli albanesi con i cani. In Albania il nostro Fido non è altro che un animale come altri, almeno da quanto abbiamo potuto percepire. Non vi stupite pertanto se le reazioni delle persone di fronte al vostro cane a guinzaglio possano essere delle più disparate. Qualcuno avrà paura, altri vi guarderanno con un misto tra sorpresa e disgusto, altri ancora vi chiederanno un selfie. A parte a Tirana, i negozi specializzati in cibo per animali sono molto rari. Questo giusto per darvi una prima idea di come una vacanza in Albania con cane possa rivelarsi piuttosto impegnativa. Le strutture abitative che accettano animali sono comunque in aumento. Vi consigliamo ad ogni modo di cercarle con anticipo.

Il mare a Durazzo non è niente di speciale. Consigliamo tuttavia un buon ristorante di pesce, a prezzi popolari, gestito da un ragazzo che parla un ottimo italiano. Si chiama Te Peku, rimane nella zona del porto.

Abbiamo poi fatto una escursione a Kruja, distante da Durazzo circa 42 km. Evitate il traffico delle ore di punta. A Fushë Krujë, dove c’è l’ingresso dell’autostrada E762 che collega l’Albania con il Montenegro, abbiamo infatti trovato un imbottigliamento snervante.

Kruja è famosa per aver dato i natali a Giorgio Castriota Skanderbeg, il condottiero albanese che nel 1443 respinse gli invasori ottomani. Nel castello medievale della cittadina, gradevole e interessante sebbene parzialmente ricostruito, c’è appunto il museo nazionale dedicato a questo eroe albanese.

A Kruja abbiamo pranzato al ristorante Emiliano, nella parte superiore del castello. Prezzi leggermente al dì sopra della media. Veduta però incantevole e delizioso pranzo tipico albanese. Carini inoltre i negozi di artigianato locale posti lungo la strada principale.

Ci siamo quindi spostati a Tirana, dove abbiamo trascorso, purtroppo, solo una notte. Diciamo purtroppo poiché la capitale albanese ci ha davvero piacevolmente sorpresi. Tirana è una capitale degna di altre città europee ben più note al turismo di massa. Sicuramente una realtà ben diversa rispetto al resto della nazione. Abbiamo lasciato la macchina e abbiamo esplorato a piedi questa interessante città, che ci ha subito colpito per le grandi aree chiuse al traffico, la street art, il verde pubblico, le piste ciclabili, i semafori a led, i locali e i negozi alla moda.

Tirana è una città proietta verso il futuro, che riflette il cambio di passo voluto dal primo ministro Edi Rama, ex cestista e pittore, già sindaco della città all’inizio del 2000. Il piano regolatore da lui compilato ha portato alla totale pedonalizzazione della grande Piazza Skanderbeg, da dove abbiamo cominciato la nostra visita. Qui siamo entrati nella sfarzosa moschea di Et’hem Beyche e siamo saliti in alto sulla torre dell’orologio.

Volendo noi vedere i monumenti di Tirana legati alla storia del Novecento, abbiamo poi camminato lungo il grande viale disegnato durante il fascismo dall’architetto Gherardo Bosio (il Dëshmoret e Kombit Boulevard), dove ai lati sorgono alcuni dei principali edifici pubblici della città. Fu qui che il dittatore comunista Enver Hoxha collocò il suo quartier generale. Il viale culmina con il Palazzo dell’Università, che nel 1939 era stato concepito come Casa del Fascio. La piazza in cui si affaccia è oggi dedicata a Madre Teresa di Calcutta.

Con un certo stupore ci siamo poi imbattuti nel nuovo stadio Arena Kombëre, non potendo che rimanere impressionati dalla bellezza estetica dell’impianto. La struttura è stata progettata e realizzata da un team italiano. È qui che la Roma nel 2022 si è aggiudicata la Conference League.

Se volete mangiare una pizza, ci siamo trovati discretamente da Golosa, che è all’interno di un centro commerciale. Per l’alloggio, invece, consigliamo Bella Suite Tirana. L’appartamento, con parcheggio interno, era pulito, funzionale e bene arredato. Il costo è stato super abbordabile.

Da Tirana ci siamo spostati a Berat, città patrimonio Unesco sulle rive del fiume Osum, famosa per le sue caratteristiche architetture ottomane, chiamata pure città dalle mille finestre.

Colpa forse delle nostre aspettative, questa città ci ha alla fine deluso, in ragione dello stato di degrado che abbiamo trovato nelle strade del suo centro storico. Tra polvere, buche, immondizia e cani randagi, tutto ciò ha finito per influire sul nostro giudizio, a prescindere dalla suggestività dei suoi luoghi di culto e dalla bellezza del castello del XIII secolo.

Complice anche la scarsa pulizia della casa ottomana che avevamo affittato, dopo meno di 24 ore abbiamo lasciato Berat e ci siamo diretti di nuovo verso la costa, facendo tuttavia prima una sosta ad Apollonia, antica città illirica fondata nel 588 a.C. lungo la via Egnatia.

Il sito è ben tenuto e l’annesso museo archeologico, il primo della nazione, è pure di un certo interesse. Apollonia merita sicuramente una visita.

Abbiamo quindi raggiunto Orikum, tranquilla località balneare appena a sud di Valona, ai margini della penisola di Karaburun. È un posto gradevole, con una lunga spiaggia di sabbia adatta anche a famiglie con bambini. A due passi dal mare ci sono una serie di ristoranti, a prezzi anche qui popolari. Se volete mangiare pesce fresco, consigliamo Genti Peshkatari, spartano ma autentico, altrimenti per una pizza il poco lontano Oriku Restorant, con un’ambientazione più ricercata. Assicuratevi però che i locali vicini non propongano musica albanese sparata fino a mezzanotte a tutto volume: superato il primo momento di curiosità, l’esperienza alla lunga diventa fastidiosa. Anche il nostro alloggio, Maxola’s Dream, era giusto a ridosso della spiaggia. La stanza era piuttosto arrangiata, ma la posizione decisamente top.

Due parole anche su Valona, dove ci siamo recati un paio di volte per fare la spesa e incontrare amici. Il suo lungomare con le palme è un buon posto dove passeggiare, non c’è molto da vedere in termini di monumenti, ma è sicuramente una città che con i suoi numerosi alberghi è attrezzata per accogliere al meglio i turisti.

A due passi da Valona, volevamo visitare il monastero ortodosso di S. Maria, che si trova sull’isolotto Zvërnec, all’interno della laguna di Narta, e del quale avevamo letto giudizi entusiastici. In realtà, tutto intorno al sito l’aria che si respira è di assoluto degrado e sporcizia, con mancanza di parcheggi attrezzati e punti di ristoro.

Prima di imboccare il traballante pontile in legno, avevamo notato dei cartelli in albanese che vietavano l’ingresso agli animali. Erroneamente, abbiamo ritenuto che ciò valesse una volta giunti all’isolotto. L’idea era quindi di alternarsi nella visita al monastero. Una volta arrivati verso la fine del pontile, siamo stati però scacciati in malo modo da una furia di prete ortodosso, che è letteralmente impazzito quando ci ha visto arrivare con il cane. Inutile provare a chiedere spiegazioni in italiano o in inglese. Se avete i vostri animali al seguito, sconsigliamo vivamente la visita a questo luogo.

Da Orikum ci siamo diretti a sud verso Saranda, facendo il percorso della strada litoranea che fu realizzata durante l’epoca fascista. I panorami sono mozzafiato, specie arrivati in cima al passo di Llogara (m. 1043). Vi consigliamo tuttavia di fare estrema attenzione nella guida e di stare sempre sul margine destro della carreggiata. Con molta probabilità, qui vi imbatterete infatti in autisti spericolati che non esitano a sorpassare perfino in prossimità dei tornanti.

La distanza tra Valona e Saranda è di soli 53 chilometri e il tempo di percorrenza segnalato da Google è di 1 ora e 10 minuti. Se volete davvero apprezzare la bellezza del paesaggio, prendetevela però con calma, e non mancate di fare una sosta alla baia di Porto Palermo, dove potrete ammirare il castello veneziano di Alì Pascià, visitabile al suo interno.

A Porto Palermo lo scenario naturale è incantevole, non fosse per i rifiuti accatastati e gli edifici fatiscenti proprio a due passi dal mare. Abbiamo invece solo lambito le cittadine di Dhermi, Himarë e Borsh, potendo giusto assaporare la bellezza della costa su cui si affacciano.

Per quanto riguarda Saranda, che si trova proprio di fronte all’isola greca di Corfù raggiungibile via traghetto, abbiamo preferito trovare un alloggio fuori dal centro, lungo la strada che porta a Ksamil. La città ci è sembra infatti da subito troppo caotica, e fatto non trascurabile, per i nostri gusti, con troppi italiani in giro!

L’appartamento che abbiamo scelto, dal nome Martini Vacation, si trova a 200 metri da Heaven Beach, una spiaggia attrezzata con bar e ristorante (no pet friendly), dove ci si arriva percorrendo un tratto di strada sterrata. La proprietà abitativa, gestita in maniera impeccabile dall’anziano proprietario, si è rivelata alla fine un’oasi di tranquillità, e pure il nostro cane si è trovato bene in virtù del grande giardino esterno recintato.

Per il mare, ci siamo diretti ogni mattina nella vicina Ksamil, località con il mare cristallino e gli isolotti di fronte. La nostra spiaggia preferita è stata Lori Beach, dove con 10 euro puoi affittare ombrellone e lettino. I cani erano benvenuti e non c’era la confusione che si incontra nelle spiagge a ridosso del centro. A Ksamil i prezzi dei ristoranti sono un po’ al dì sopra della media.

Abbiamo quindi visitato lo splendido sito archeologico di Butrinto, antica città illirica fondata nel periodo X-VIII secolo a.C., riscoperta nel 1928 grazie alla spedizione italiana guidata dall’archeologo Luigi Maria Ugolini.

Pure in ragione della sua suggestiva posizione che domina il canale di Vivari, la città di Butrinto si presenta come un vero e proprio gioiello, dove spiccano i resti del teatro greco, del battistero paleocristiano, della fortezza veneziana. Il sito è molto ben tenuto ed è nella lista dei patrimoni mondiali dell’Unesco. Butrinto dista da Ksamil appena 5 km, la sua visita è assolutamente consigliabile.

Nel nostro itinerario abbiamo quindi voluto includere Argirocastro, altra città che è pure patrimonio Unesco. È qui che nacque il dittatore albanese Enver Hoxha.

Ci siamo arrampicati nell’imponente castello che domina l’abitato, del XII secolo, che ospita il museo delle armi e esibisce i resti di un aereo americano catturato al tempo della guerra fredda. Abbiamo poi passeggiato tra i suoi caratteristici negozietti. Non è mancata qualche problematica connessa sempre con il fatto di viaggiare con il cane.

Appena fuori da Argirocastro ci sono le indicazioni per il paese di Lazarat, villaggio a 387 metri slm salito alle cronache quando, nel 2014, il governo albanese fece lì distruggere circa 100.000 piante di marjuana. L’inchiesta era partita da un servizio de Le Iene. È dunque possibile che gli italiani non siano esattamente ben visti su quelle alture.

Lungo uno dei due tragitti che da Saranda conducono ad Argirocastro (55 km) si trova la sorgente naturale di Syri i Kalter, meglio conosciuta come l’Occhio Blu. L’area è attrezzata con ampi parcheggi. L’ingresso costa una cifra simbolica e tutto l’ambiente è ben curato.

La sorgente ha dei colori turchesi incredibili. Tenete però presente che per arrivarci dovrete fare una lunga camminata a piedi senza ombra. Non sarebbe possibile bagnarsi. Vedrete però come siano parecchie le persone che si tuffano nelle gelide acque.

Fate inoltre molta attenzione alla guida in questa particolare area dell’Albania. Lungo le strade troverete con grande frequenza monumenti funebri che ricordano persone decedute per incidente stradale. A Saranda, ci è capitato due volte di incrociare bambini alla guida di automobili.

L’itinerario prevedeva pure delle tappe in Grecia. Prima di lasciare l’Albania, abbiamo voluto fare un’ultima sosta a Konispol, il comune più a sud della nazione, che si trova a 382 metri slm. Ci aveva incuriosito il fatto che lì fosse nato tale Osman Taka, un ballerino misterioso da cui prende nome un’omonima danza popolare. Il piano era semplicemente comprare un po’ di pane fresco. Abbiamo tuttavia trovato nella gente una grande cordialità, al punto che ci siamo fermati anche a mangiare un tipico pranzo albanese nella piazza davanti al Municipio.

Il nostro viaggio in Albania non poteva concludersi in modo migliore. Lo abbiamo celebrato con un bicchierino di raki che il barista di Konispol voleva lui offrirci, solo per aver proferito qualche parola in albanese. Imparare a dire almeno grazie (faleminderit), buongiorno (mirëmëngjes), non parlo albanese (unë nuk flas shqip) vi aiuterà a guadagnare la loro simpatia. Se avete con voi un cane, sarà utile anche imparare a dire qeni i mirë (cane buono).

Il paese delle aquile, ci ha lasciato tante immagini che si sono trasformate in ricordi e ci rimarranno nel cuore, a prescindere dai suoi contrasti e dai contrattempi derivati dal fatto di viaggiare con un cane.

Due parole anche sui giorni trascorsi in Grecia, nella regione dell’Epiro, facilmente raggiungibile dall’Albania attraverso la statale SH97.

La costa a sud di Igoumenitsa è incantevole, con delle bellissime insenature dove fare il bagno una volta raggiunta Syvota. Molto particolare qui il paesaggio all’ora del tramonto, con gli isolotti di fronte. Non perdetevi inoltre Parga, caratteristica cittadina dominata da un suggestivo castello veneziano.

Prima di tornare in Italia abbiamo voluto visitare anche Giannina, terza città della Grecia per numero di abitanti, a 470 metri slm, che si estende lungo le sponde del lago Pamvotida.

Interessante il suo castello e la città vecchia. Sicuramente una piacevole escursione. Giannina dista da Igoumenitsa circa 78 km. Si raggiunge facilmente con l’autostrada A2.

Concludiamo raccontando brevemente il viaggio da incubo fatto al ritorno in traghetto, sempre con la compagnia Ventouris Ferris, da Igoumenitsa a Bari, con fermata a Corfù. La nave è stata stipata di passeggeri ben oltre la sua capienza, molti giovanissimi, trasformandosi già alla partenza in una sorta di accampamento. Per accaparrarsi un sedile, ci sono persone che si sono addirittura picchiate. Se proprio dovete scegliere questa compagnia, acquistate la cuccetta.

Non ci resta pertanto che augurarvi un buon viaggio alla scoperta dell’Albania!

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