Il Consiglio comunale di Dublino ha approvato una mozione per dedicare una targa a Violet Gibson, la donna che il 7 aprile 1926 attentò alla vita di Benito Mussolini a Piazza del Campidoglio.
Di origini aristocratiche, la Gibson (1876-1956) era arrivata in Italia dopo una vita piuttosto irrequieta e turbolenta.
Il suo fu uno dei quattro attentati nei confronti di Mussolini durante il regime fascista, quello che maggiormente si avvicinò all’obiettivo.
Era una giornata primaverile quando la donna, allora 50enne, si fece largo tra la folla che acclamava il duce sparando diversi colpi di pistola: uno di questi gli sfiorò il naso, ferendolo.
La pistola si inceppò e la Gibson rischiò di essere linciata dalla folla. Fu salvata dall’intervento della polizia che, arrestandola, la portò fuori tiro dalla furia dei presenti.
Fin da subito, le autorità fasciste parlarono del gesto di una squilibrata istigata da provocatori, e la deportarono verso il Regno Unito, anche per evitare di dover celebrare il processo in Italia.
Dichiarata mentalmente inferma, la Gibson fu internata nel St Andrew’s Hospital, un manicomio di Northampton, dove morì in solitudine nel 1956.
Le motivazioni per il riconoscimento si basano sull’impegno politico della donna, definita dai membri del Consiglio che ha presentato la mozione <<una antifascista impegnata, che dovrebbe ricevere il posto che le spetta nella storia delle donne d’Irlanda>>.

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