La definizione smart working non esiste nella lingua inglese, almeno nell’erroneo significato che gli è stato attribuito dalla lingua italiana.

Potrà sembrare una sorpresa, tanta è la frequenza con cui questa terminologia è entrata in Italia nell’uso comune. Eppure è proprio così!

Quello che noi chiamiamo smart working, traducendolo come lavoro da casa, in realtà nella lingua inglese si chiama working from home, da cui l’acronimo WFH, oppure remote working.

Non vi stupite quindi se, quando si potrà tornare a viaggiare, i parlanti anglofoni potrebbero non capire o reagire con ilarità.

Smart working è dunque uno pseudo anglicismo, come lo sono parole come autostop o autogrill che in inglese si dicono rispettivamente hitch-hiking e motorway service area.

Come erroneo è affermare che la legge n. 81/2017 contenga il riferimento allo pseudo anglicismo laddove identifica la definizione di lavoro agile. La norma pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto.

Detto ciò, sarebbe più corretto parlare invece di lavoro da casa, lavoro da remoto o di telelavoro.

Nella lingua inglese, per smart working si fa riferimento piuttosto alla flessibilità dei processi lavorativi nel’ambito delle nuove tecnologie che rendono il lavoro più intelligente.

Purtroppo è sempre più frequente nella lingua italiana ricorrere ad anglicismi, e poi sentire giornalisti e politici pronunciare le relative parole in modo inesatto, tipo recovery plan e recovery fund, che potrebbero facilmente essere tradotti nelle formule piano di ricovero e fondo di ricovero senza rischiare brutte figure.

Come un esempio di cacofonia è il modo sbagliato con cui in televisione ci si sente riferire al colosso Apple, pronunciato erroneamente eppol.

Incollo sotto un link con la corretta pronuncia della parola mela.

https://www.youtube.com/watch?v=phT22oBa8TU

Da persona con esperienza nel campo dell’insegnamento delle lingue straniere, non sono a priori contrario agli anglicismi nel nostro idioma, purché vi si faccia un uso corretto.

Diventa poi difficile rimuovere gli errori di pronuncia cristallizzati. E con smart working, siamo addirittura fuori contesto!

Se volete saperne di più sui problemi di pronuncia dei parlanti italiani, vi consiglio anche la lettura del seguente articolo:

https://www.londrainitaliano.it/errori-di-pronuncia-lingua-inglese-alcuni-esempi/

Christian Armadori

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1 Comment

  • Massimiliano, 4 Novembre 2022 @ 8:28 Reply

    Finalmente una persona che spiega come siamo ignoranti nel campo delle lingue straniere .

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