L’artista di cui vi parlo brevemente stavolta è Maceo Casadei (1899-1992), pittore romagnolo che si inserisce nella tradizione figurativa novecentesca.

Ho infatti scovato una sua opera senza data in cui è rappresentato Papigno, un olio su masonite, di dimensioni 35.5 x 43 cm, che era stato messa in vendita sul sito di aste Gregory’s per un valore stimato tra 500 e 1.000 euro.

Non risultando questo pittore ancora catalogato nell’archivio dei Plenaristi, ho pensato di compilarne un profilo essenziale.

Nato a Forlì nel 1899, Casadei fu da principio allievo del pittore Giovanni Marchini.

Nel 1912 emigrò con la famiglia a Lione, dove potè frequentare la Scuola Libera del Nudo. Qui incontrò il concittadino artista Pietro Angelini, anch’egli emigrato in Francia, e lo affiancò come collaboratore.

Durante la Prima Guerra Mondiale venne arruolato e mandato al fronte (fu uno dei cosiddetti Ragazzi del ’99).

Nel 1917 dipinse l’opera intitolata Ritirata di Caporetto, oggi nella collezione della Cassa dei Risparmi di Forli e della Romagna.

Dopo la prima guerra mondiale, Casadei tornò qualche tempo a Lione, per poi rientrare in Romagna e dedicarsi attivamente alla pittura.

Operò anche come ritoccatore fotografico, eseguendo, per necessità, decorazioni murali e scene teatrali.

Nel 1934, l’artista fu assunto dall’Istituto Nazionale Luce di Roma, per il quale lavorò nel reparto trucchi fotografici e progettò vari padiglioni fieristici.

Nel 1937, due sue opere vennnero acquistate dal Ministero dell’Educazione Nazionale ed esposte alla Galleria d’Arte Moderna di Roma.

Nel 1941 venne mandato al fronte come reporter di guerra.

Dal 1941 al 1943 scattò migliaia di fotografie ed eseguì opere personali di soggetto bellico che, nel 1942, furono esposte alla Galleria Il Milione di Milano.

Dall’inizio degli anni Cinquanta, Casadei operò assiduamente a Forlì dove svolse una intensa attività di promozione nel campo delle arti visive.

Nel 1959 eseguì la sua opera decorativa di maggiore impegno, La Visione della Madonna ai Santi Sette Fondatori, destinata alla Chiesa dei Servi di Maria a Roma.

Nel 1968, Casadei donò alla Pinacoteca Civica di Forlì oltre 150 opere di vario genere: dipinti, acquerelli, disegni.

Per dare un senso della sua dimensione artistica, riporto una recensione critica tratta dal sito arteromagna:

<<Ammirato per la sua abilità pittorica e per la sua inconfondibile cifra stilistica, Maceo divenne il nume artistico di Forlì […]. Pittore dotato di rare capacità di sintesi e caratterizzato da un estremamente raffinato uso del colore, Maceo ha dato un apporto particolare alla tradizione figurativa novecentesca mantenendo saldi i riferimenti con il reale e sapendoli tradurre in una pittura altamente sofisticata pronta a cogliere quegli istanti perfetti in cui anche gli elementi più prosaici, ordinari e famigliari diventano, in una finzione artistica che supera il documentarismo, aperture verso il meraviglioso>>.

Maceo Casadei morì nel 1992 nella sua Forlì.

A Cervia, all’interno del Palazzo Comunale, si trova una mostra permanente di sue opere.

Da una rapida ricerca online, non ho per il momento reperito altri dipinti di Casadei relativi al territorio di Terni e Narni.

Christian Armadori

 

Ritratto di bimba.

 

 

Paesaggio ravennate.

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