Quello di costruire a Terni un forno crematorio è un progetto che prese addirittura le mosse alla fine del XIX secolo, quando in città cominciò la produzione dell’Acciaieria.

Tra i promotori di questo disegno, mai realizzato, vi fu Virgilio Alterocca, che come di consueto si distingueva per la sua incredibile lungimiranza.

La sua era una prospettiva laica, che si inquadrava nel contesto di una Terni destinata ad una rapidissima crescita demografica.

Dalle colonne del suo periodico L’Annunziatore Umbro-Sabino, in data 2 settembre 1886, Alterocca scrisse dunque quanto segue:

<<Ci si era fatto sperare la prossima costituzione di un comitato per erigere un tempio crematorio. La città in cui fumano cento comignoli; in cui la potenza idrodinamica dà vita ad opifici d’importanza mondiale; la città irradiata dalle lampade Cruto e Crompton, non potrà dirsi veramente civile se non usufruirà di questo nuovo trovato della vera civiltà e della scienza>>.

Alterocca ne faceva dunque una questione di progresso, così che un forno crematorio sarebbe stato auspicabile a fronte dello sviluppo industriale della città.

Venne dunque lanciata una colletta, promossa dal Circolo degli Amici, che il periodico di Alterocca sottoscrisse e condivise con un articolo datato 8 dicembre 1887. Il giornale aveva intanto assunto il nome Il Corriere Umbro-Sabino.

Le speranze di dotare la città di questo servizio non trovarono però accoglimento, procurando la delusione di Virgilio Alterocca che, vicino alla morte, nell’abbozzare in data 24 maggio 1910 i suoi intendimenti da un letto di ospedale, venne a rammaricarsi di non poter essere cremato a Terni come avrebbe voluto.

Si legge dal suo testamento segreto pubblicato da Sergio Marigliani:

<<Qualora la disgrazia non dovesse farmi sopravvivere all’operazione, alla quale so di dovermi ormai sottoporre, la mia salma sia subito cremata qui in Roma, giacché per nostra disgrazia gli sforzi ed i versamenti fatti oltre venti anni fa per avere anche in Terni un forno crematorio, sono restati a tutt’oggi allo stato di desideri>>.

Rientrato poi in Umbria, una volta dimesso dalla clinica di Roma in cui era stato ricoverato, Alterocca trovò la morte ad Arrone, il giorno 10 agosto 1910.

Non essendoci a Terni un forno crematorio, il re delle cartoline venne quindi cremato a Spoleto.

Le sue ceneri furono poste in un’urna posizionata nel cimitero di quella città, andata poi perduta.

Se non per un brevissimo periodo, quando nel 1886 fu chiamato a Forlì come Regio Ispettore Scolastico, Alterocca non si era mai voluto separare dalla sua Terni, neppure quando era ormai divenuto ricco e benestante.

Triste dunque constatare quello che fu poi il destino di Alterocca. Dotare Terni di un forno crematorio, sarebbe pertanto anche un riconoscimento alla sua memoria.

Le notizie contenute in questo articolo sono tratte da C. Armadori, Virgilio Alterocca (1853-1910) biografia analitica con cenni sulla sua famiglia, Arrone, Thyrus, 2016.

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