Seguendo ancora le storie dei personaggi del Grand Tour, il 2020 sarà di nuovo un anno di grandi ricorrenze per il territorio di Terni e Narni.

Avevo accennato qualche tempo fa ai 250 anni dal passaggio del grande maestro Wolfgang Amadeus Mozart, che dovette transitare, in compagnia del padre Leopold, la sera dell’11 luglio 1770, per poi fermarsi a dormire la notte, a Terni con tutta probabilità. I Mozart erano partiti intorno alle 16.30 da Civita Castellana.

Stavolta parlerò invece di un artista che, sebbene non ancora inserito nei volumi pubblicati sulla materia, può considerarsi tra i più importanti pittori che abbiano mai dipinto la Cascata delle Marmore, insieme a William Turner e Camille Corot.

La figura in questione è Johan Christian Dahl (Bergen, 1788 – Dresda, 1857), ovvero colui che è considerato il primo grande pittore romantico norvegese, ed insieme il padre del paesaggismo nella nazione scandinava.

Johan Christian Dahl

Dahl era nato da una famiglia di umili condizioni. Il padre faceva il pescatore a Bergen. Riconosciuta la vocazione artistica, Johan Christian spese gran parte della vita lontano dalla sua Norvegia. Il pittore completò gli studi accademici a Copenaghen, poi nel 1818 si trasferì a Dresda, dove conobbe e divenne amico di Caspar David Friedrich, altro grande paesaggista romantico.

Nel 1820, Dahl ricevette quindi dal principe Christian Frederick un invito a trascorrere un periodo in Italia, alla reggia di Quisisana, in un idilliaco angolo del golfo di Napoli.

A quel tempo, il pittore norvegese stava tuttavia corteggiando Emilie von Bloch, una giovane donna del quale si era invaghito. Il richiamo dell’Italia era però troppo forte, specie per la sua formazione artistica. Dahl sposò quindi la sua innamorata, ed il giorno successivo si mise subito in viaggio, lasciando che Emilie lo aspettasse in Germania.

L’artista si fermò a Monaco di Baviera e Firenze, quindi il 24 luglio 1820 giunse a Roma, dove rimase un paio di settimane prima di arrivare a Napoli.

È da credersi dunque che fu durante il viaggio verso la capitale che Dahl volle compiere la sua prima visita al nostro territorio.

Tra le opere nella collezione del Nasjonalmuseet di Oslo, di cui lo stesso Dahl risulta tra i fondatori, figura infatti un acquerello su carta con soggetto la Cascata delle Marmore, datato 22 luglio 1820.

Cascata delle Marmore ved Terni, proprietà Nasjonalmuseet Oslo.

L’opera, che misura 34,8 x 21,6 cm, non risulta ancora catalogata nell’archivio dei Plenaristi.

Una volta a Napoli, il pittore volle visitare, e dipingere, Pozzuoli, il Vesuvio, gli scavi archeologici di Pompei e Posillipo, l’isola di Capri.

Capri

Il periodo italiano, che seppure lasciò in Dahl un’impronta profonda, non viene comunque annoverato tra i suoi più prolifici sotto un profilo artistico. Le sue opere di quel soggiorno vengono considerate o troppo impetuose, o addirittura troppo misurate, mancando quella mistura poetica che aveva decretato il suo successo in Germania.

Il pittore lasciò l’Italia il 27 luglio 1821, per far ritorno a Dresda dalla sua sposa, oltre un anno dopo la sua venuta nel Belpaese.

Prima di rientrare in Germania, l’artista volle tuttavia passare una volta in più dal nostro territorio, dove rimase tra il 28 e il 29 giugno 1821. Lo dimostrano sei disegni a matita che si trovano sempre nella collezione del Nasjonalmuseet di Oslo, quattro con soggetti che sembrano da intendersi la valle del Nera e le montagne circostanti a Terni, e due con soggetto la strada tra Terni e Spoleto.

Bebyggelse på veien mellom Terni og Spoleto, proprietà Nasjonalmuseet Oslo.

http://samling.nasjonalmuseet.no/en/search/?qterm=TERNI

Ci sarebbe poi un altro dipinto di Dahl sempre dedicato alla Cascata delle Marmore, che è quello qui inserito nel titolo. Trattasi di un olio su tela che era in vendita sul sito Artnet, di dimensioni 74,5 x 61 cm. Non è specificato l’anno a cui riferire l’opera.

http://www.artnet.com/artists/johan-christian-dahl/landscape-with-the-cascata-delle-marmore-bei-rL88uNvWORpzulZMbqOryg2

Tornando alla biografia del pittore, nel 1824 egli fu nominato professore all’Accademia di Dresda; ma Dahl non perse mai occasione per rientrare temporaneamente in patria, e dipingere gli amati fiordi. Alcune sciagure si abbatterono poi sulla sua vita. Nel 1827, la moglie Emilie morì nel dare alla luce il loro quartogenito. Il pittore si risposò quindi nel 1830 con Amalie von Bassewitz, ma il caso volle che pure lei morì di parto, nel dicembre dello stesso anno.

Veduta sulla valle di Stalheim

Come già accennato, Dahl fu nel 1842 uno dei fondatori del Nasjonalmuseet di Oslo, al quale fece dono di numerosissime opere.

Il pittore morì a Dresda il 17 ottobre 1857; inizialmente sepolto in Germania, i suoi resti furono nel 1934 trasportati in Norvegia, e tumulati presso la chiesa di Sankt Jakob a Bergen.

Insieme all’amico Friedrich, e ai pittori inglesi William Turner e John Constable, Dahl viene considerato tra i più grandi esponenti dell’arte romantica.

Anche questo artista non si lasciò scappare la possibilità di ammirare con i suoi occhi la tanto decantata Cascata delle Marmore, e di raffigurarla anche. Lo fece da un punto di osservazione analogo, ma adoperando tecniche diverse. Da una parte le tenue sfumature dell’acquerello e della matita, dall’altra i colori accesi del dipinto ad olio. Protagonista, ed insieme ammaliatrice, sempre la nostra Cascata, che i romantici stranieri conoscevano anche come Falls of Terni.

La data del bicentenario della visita di Dahl a Terni sarà il 22 luglio 2020.

Il nome del pittore danese, riscoperto nel corso delle mie ricerche sulla storia locale, è un altro importante tassello che si aggiunge alla lunga, e prestigiosa, lista dei personaggi transitati da Terni e Narni durante il periodo del Grand Tour. Chissà che non possa organizzarsi qualcosa pure per celebrare la sua figura.

Christian Armadori

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