Tra gli oggetti più famosi in esposizione al British Museum di Londra, vanno annoverati sicuramente gli affascinanti e misteriosi scacchi di Lewis, che prendono il nome dall’isola delle Ebridi Esterne (Scozia) nella quale vennero rinvenuti nella primavera del 1831.

Trattasi di un totale di 93 pezzi, finemente intagliati dall’avorio di tricheco e osso di balena, la cui reale origine continua ancora oggi ad interrogare gli studiosi. Di questi pezzi, 82 vennero acquistati dal British Museum verso la fine dello stesso anno, mentre 11 vennero ceduti al Museum of Scotland di Edinburgo.

Al momento del ritrovamento, essi erano conservati in un contenitore di pietra nascosto tra le dune di una spiaggia, dove potrebbero essere stati nascosti da un mercante norvegese che intendeva poi rivenderli in Irlanda. La loro datazione è stata convenzionalmente stabilita tra il 1150 e il 1200, cioè in un periodo in cui il gioco degli scacchi era divenuto popolare in Europa.

I pezzi sarebbero stati sufficienti per quattro diverse scacchiere, sebbene alcune statuette mancassero stranamente all’appello. In tutto furono rinvenuti 8 re, 8 regine, 16 vescovi (alfieri), 15 cavalieri, 12 guerrieri e 19 pedoni, oltre a 14 pedine per il gioco delle tavole (un antenato del backgammon).

Appartenendo le Ebridi Esterne alla Norvegia fino all’anno 1266, si pensa che questi scacchi siano stati prodotti in quel paese, più esattamente nelle vicinanze di Trondheim, ciò sulla base delle tecniche utilizzate per la lavorazione dell’avorio.

Altri studiosi ritengono tuttavia che gli scacchi potrebbero provenire invece dall’Islanda, dove l’uso degli alfieri nel gioco sarebbe stato introdotto prima che nel resto d’Europa. Di certo, la soluzione del rebus permetterebbe di acquisire nuovi elementi nello studio dei contatti tra le popolazioni del nord Europa circa un millennio fa.

Gli scacchi di Lewis sono una tappa consueta della nostra visita guidata del British Museum.

Per info e prenotazioni: londrainitaliano@gmail.com

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