Siete appassionati di collezionismo con particolare riferimento all’Italia? Il consiglio è quello di tenere costantemente sott’occhio il catalogo della nota casa di aste Sotheby’s, dove sovente capitano delle offerte che, se non proprio alla portata di tutte le tasche, permettono di scoprire opere legate al Belpaese che vanno da dipinti, oggetti di antiquariato, e finanche antichi volumi. Curiosando appunto nel sito della storica casa fondata a Londra nel 1744, abbiamo stavolta scoperto un vecchio tomo che porta la firma del cavalier reale Fusoritto da Narni,  da considerarsi il trattato più completo scritto nel Rinascimento sull’arte di trinciare la carne. L’opera, dal titolo Il Trinciante, fu redatta da Vincenzo Cervio e pubblicata nel 1581 a Venezia, sulla base dell’esperienza che l’autore aveva maturato preparando banchetti per il cardinale Alessandro Farnese. In questo manuale, egli volle appunto descrivere minuziosamente le procedure per il taglio di ogni singola carne, in particolare gli uccelli quali ad esempio il pavone, il tacchino ed il fagiano. Al confezionamento del testo, che uscì alle stampe un anno dopo la morte del Cervio, aveva appunto collaborato Fusoritto da Narni, che a sua volta svolgeva la professione di trincerante presso il cardinale Farnese e il signor cardinale Mont’Alto. Non è affatto chiaro quanto realmente il Cervio abbia contribuito ai contenuti del trattato, ed anzi non si esclude che Cervio e Fusoritto fossero addirittura la stessa persona. Si legge in copertina: “Il Trinciante di M. Vincenzo Cervio ampliato et ridotto a perfettione dal Cavallier Reale Fusoritto da Narni“. Di sicuro vanno attribuite al Fusoritto le parti del volume dove delle carni vengono descritti pregi e difetti e il periodo dell’anno in cui devono essere consumate. Ecco allora che “il cappone non perde mai stagione”, la lepre va  consumata “da dicembre a tutto carnevale”, mentre le porchette “sono di cattiva digestione” e “non si dovrebbero mangiare se non una o due volte l’anno”. Fusoritto, che descrisse come ricevere a tavola un papa, un re o un principe, era anche un esperto su come fare con pochissima spesa una stupenda apparecchiatura per un pranzo di nozze. Il cavaliere narnese aveva organizzato prestigiosi ricevimenti, quali ad esempio il banchetto reale per le nozze dell’eccelentissimo signor Principe di Mantova, nel mese di maggio del 1581; il banchetto fatto in Spagna alla serenissima regina figliola del cristianissimo re di Francia alle sue nozze quando si sposò con la maestà cattolica del re don Filippo; il banchetto fatto dal signor ambasciatore di Portogallo, quando per la maestà cattolica rese obbedienza del regno di Portogallo a papa Gregorio XIII, dove mangiarono venti cardinali, tre ambasciatori, cioè quello dell’imperatore, del re Filippo e di Venezia, tenuto in Roma nel palazzo Capranica, servito da cinque piatti con cinque scalchi e quattro trincianti. Ritornando con il discorso alla casa di aste Sotheby’s, alla quale potremmo dare una sbirciata nelle nostre visite guidate di Londra in italiano, il volume redatto in sinergia dal Cervio e dal Fusoritto è attualmente in vendita insieme ad una simile opera scritta nel 1570 da Bartolomeo Scappi (cuoco segreto di papa Pio V), per un prezzo che si aggira tra le 10.000 e le 15.000 sterline. Ma niente paura! Per chi volesse prendere semplicemente visione del trattato, questo è in consultazione alla British Library nell sezione dei libri rari.

 

 

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