La storia che racconto stavolta ha come scenario il Lago di Piediluco e come protagonisti la regina Margherita di Savoia, moglie del re Umberto I, e il sindaco dell’omonimo paese, che suo malgrado non era a Piediluco quel giorno.

L’episodio si riferisce al 28 aprile 1904, quando a Piediluco arrivò una delegazione composta dalla Regina Madre, la Marchesa di Villamarina e il Duca di Genova.

La visita non era stata annunciata e prese un po’ tutti alla sprovvista. Malgrado il tempo non fosse dei migliori, il gruppo volle fermarsi a Piediluco, e concedersi finanche un giro in barca.

La Regina Margherita di Savoia

Racconta L’Unione Liberale del 7-8 maggio 1903:

<<Il tempo era piovoso, e nonostante gli automobili provenienti da Rieti si soffermarono. La Regina discese a visitare la chiesa. Da due fanciulle del popolo si fece guidare alla barca di Augusto Quintili per recarsi all’Eco. Durante il tragitto l’augusta Donna conversò famigliarmente col barcaiolo chiedendo notizie del luogo. Quivi con macchina fotografica prese delle vedute>>.

La notizia dell’arrivo di così illustre ospite fece in un attimo il giro del paese, così che una folla si radunò per attendere il ritorno dalla Regina Madre dalla sua gita in barca. Si legge:

<<Sparsasi la voce del suo arrivo, si radunava festosa non poca gente sulla piazzetta del porto per salutarla. Giunta Sua Maestà alla riva, alcune bambine Le offrirono graditissimi tutti i fiori che avevan potuto raccogliere>>.

Fu a quel punto che si generò un simpatico equivoco. La regina Margherita di Savoia credette che a fare gli onori di casa fosse giunto anche il sindaco Bonanni, confondendolo con il marchese Giorgio Cini. Il primo cittadino di Piediluco non era però in paese e non fece in tempo a rientrare per salutare Sua maestà. Al sindaco Bonanni non rimase altra possibilità che scusarsi con un successivo telegramma.

Si legge nel seguito della cronaca:

<<Visto fra il popolo il vecchio marchese Giorgio Cini, credendolo il sindaco del paese, cortesemente gli parlò, e appreso l’equivoco, fece conoscenza della sua famiglia e con lui si compiacque della graziosa sua casetta situata sulla sponda del lago. Risaliva poi in automobile tra le acclamazioni del popolo festante, promettendo tornare con tempo megliore. Il sindaco in quel momento assente, e appena tornato, inviava un rispettoso telegramma alla Marchesa di Villamarina per iscusare la sua involontaria mancanza>>.

La regina dovette comunque apprezzare quel gesto. Volle così ringraziare sempre per mezzo della Marchesa di Villamarina, sua dama d’onore. Di seguito il contenuto del telegramma fatto pervenire da Casa Savoia:

<<L’atto gentile e devoto omaggio della V. S. e della popolazione di Piediluco, reso a S. M. la Regina Madre, ha trovato eco graditissima nell’animo della Augusta Signora che mi fa interprete dei suoi più vivi ringraziamenti>>.

Non è noto se la Regina Madre ebbe poi di nuovo modo di tornare a Piediluco. Se per il sindaco Bonanni quella visita inattesa deve aver costituito un’occasione di rammarico, di certo per il barcaiolo Augusto Quintili e per il marchese Giorgio Cini fu invece una giornata da incorniciare.

Ho personalmente incontrato il nome di Cini nelle mie ricerche su Virgilio Alterocca. Il nobile aveva una casa a Piediluco e nell’aprile 1886 aveva rilevato insieme ad Alterocca e a Cassian Bon la fatiscente Arena Gazzoli, poi trasformata in Politeama Alterocca. Cini e Bon uscirono tuttavia dalla società già nel febbraio 1887, lasciando Alterocca da solo alla guida di quell’impresa.

Christian Armadori

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