TERNI – Fare di Terni la prima realtà in Italia ad abolire progressivamente l’uso delle cannucce di plastica monouso dai locali della movida cittadina.

È questo l’obiettivo di un’importante iniziativa per l’ambiente partita nei giorni scorsi dal capoluogo umbro, sulla scia dell’analoga campagna lanciata a Londra, lo scorso 15 gennaio, sulle pagine del quotidiano Evening Standard.

Trattasi di un progetto ambizioso, che mira a cercare delle soluzioni concrete ad un problema reale, ed insieme di un’idea dai forti contenuti simbolici.

Terni risulta infatti una città spesso al centro delle cronache per questioni di carattere ambientale. La presenza sul territorio di una grande acciaieria, di un polo chimico e di inceneritori è motivo di grande preoccupazione per la salute dei cittadini.

Da qui la proposta di un gruppo di ragazzi ternani, emigrati proprio a Londra, che hanno pensato di esportare la campagna The last straw (l’ultima cannuccia) nella loro città di origine, trovando sul territorio il supporto dell’associazione culturale Terninaction per l’attuazione pratica dell’iniziativa.

Il loro desiderio è che Terni cominci davvero a voltare pagina, non solo a livello locale, ma bensì anche nei termini più globali della lotta per la salvaguardia del pianeta. Ecco dunque le origini di questa campagna chiamata appunto Terni prima città italiana plastic straw free.

Le cannucce di plastica, non riciclabili a causa delle loro ridotte dimensioni, risultano il quinto elemento inquinante presente sulle nostre spiagge. Secondo i dati di una ricerca condotta dalla compagnia britannica Eunomia, in Italia vengono consumati ogni anno circa 2 miliardi di cannucce. Occorrono 500 anni prima che una cannuccia possa completamente distruggersi.

Le cannucce possono causare gravi conseguenze per l’ambiente marino. Una volta in acqua, queste si suddividono in frammenti di piccolissime dimensioni, che rischiano di essere ingeriti dai pesci, ritornando poi nella nostra catena alimentare.

In tempi recenti, a calamitare l’attenzione su questo serio problema ha contribuito un video, filmato in Costa Rica e cliccato su You Tube da milioni di utenti, in cui ad una tartaruga veniva estratta dal corpo una cannuccia intera, con gravi sofferenze per il povero animale.

Da quando Evening Standard ha lanciato la sua campagna The last straw, a Londra decine di grandi catene alberghiere e delle ristorazione hanno già aderito all’appello, impegnandosi a sostituire le vecchie cannucce con altre di diverso materiale a minore impatto ambientale.

Basta farsi un giro per i pub della capitale britannica per rendersi conto di come la proposta stia raccogliendo consensi un po’ ovunque. Londra da sola consuma ogni anno circa 2 miliardi di cannucce di plastica, un numero impressionante, cioè la stessa quantità che l’Italia consuma invece nel suo insieme.

Perfino la regina Elisabetta ha deciso di bandire l’uso delle cannucce nelle sue proprietà reali. E niente più cannucce neppure al London City Airport, al Natural History Museum e sui treni Eurostar che viaggiano tra Londra e le altre città europee.

Per quanto riguarda invece Terni, i volontari dell’associazione Terninaction hanno svolto un sondaggio per i locali del centro, raccogliendo un primo risultato molto incoraggiante.

La maggioranza degli esercenti interpellati ha difatti risposto con entusiasmo, dai proprietari dei caffè più esclusivi, a quelli dei pub più frequentati dai giovani, al punto che l’iniziativa si sta adesso allargando ad altri bar sparsi su tutto il territorio comunale, piccole frazioni comprese.

Al momento sono ben 22 i locali che hanno garantito il loro impegno a sostituire progressivamente le vecchie cannucce con altre a minore impatto ambientale.

Non male per una campagna annunciata solo nei giorni scorsi agli organi di stampa.

Esistono sul mercato cannucce di diversi altri materiali: fatte ad esempio di bio plastica derivata da amido di mais (biodegradabili in 12 settimane), ma anche di carta, metallo e canna di bamboo.

Queste cannucce sono leggermente più care rispetto alle classiche di plastica. Gli esercenti che sposeranno l’appello vedranno però promosso il loro slancio sugli appositi canali predisposti per la campagna. E potranno dire di aver fatto qualcosa di veramente concreto nella battaglia contro l’inquinamento, ottenendo così un bel ritorno in termini di immagine.

https://www.facebook.com/terniplasticfree/

Per rendere pure i consumatori consapevoli della portata di tale problematica, appositi gadget e materiale informativo saranno distribuiti presso gli esercizi che, con la loro adesione, hanno deciso di abbandonare le cannucce di plastica una volta esaurite le scorte di magazzino.

Ogni locale potrà poi inoltre esporre sulla propria vetrina l’adesivo The last straw. Terni prima città italiana plastic straw free, che lo renderà subito riconoscibile al cliente.

La speranza dei promotori è che l’idea possa presto espandersi pure in altre città italiane.

Di seguito la lista degli esercenti locali che hanno aderito fin qui alla campagna:

Mishima American Bar Ristorante; Rolando Cafè; Pizzeria dello Studente; Terrazza Elettra; Bar Maceo; Caffè Mazzini; Bar Sorriso; Bar Maboo; Villaglori Cafè; Yokel Burger Restaurant; La Miniera Easy Food & Slow Drink; Al Canto del Gallo Ristorante; Gin Bar; Bar Lupetto; Bar La Fenice; Caffè Rendez Vous; Casina Blu “La Passeggiata”; Boutique del Caffè; Gelateria “Gustoso”; Pasticcerie Bellavita; Punto Pizza; Caffè Bugatti.

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