Tra i reperti in esposizione al British Museum di Londra, uno dei più misteriosi è sicuramente l’uomo di Lindow, cioè una mummia di palude rinvenuta nel 1984 in una torbiera nella contea inglese del Cheshire.

Essa appartiene ad un uomo di circa 25 anni, alto tra 168 e 173 centimetri, del peso di circa 60 kg, che si ritiene morto in un periodo compreso tra il 2 a.C. e il 119 d.C., in circostanze legate con molta probabilità ad un sacrificio.

Il cadavere pare infatti aver subito un rituale di tripla morte: presenta i segni di tre colpi alla testa, un taglio alla gola ed era stato sepolto a testa in giù nella torbiera. Seppure con diverse riserve, ciò ha indotto gli studiosi a pensare che il corpo possa essere stato soggetto ad una pratica religiosa di origine celtica, al termine di un pasto simbolico a base di pane di grano bruciato (l’ambiente acido e anaerobico aveva conservato il contenuto del suo stomaco).

Suggestivo inoltre il fatto che, insieme a resti di cereali, nell’interno sia stato rinvenuto pure polline di vischio, pianta notoriamente velenosa che causa convulsioni se ingerita, e che richiama alla tradizione dei druidi. Al momento della morte, l’uomo indossava solo una fascia di pelliccia di volpe intorno al braccio; godeva di ottima salute e non presentava segni di grande usura da lavoro.

Quando la testa è stata scoperta casualmente da due operai, questa aveva ancora i capelli attaccati al cuoio capelluto, il bulbo oculare sinistro intatto e pezzi di tessuto cerebrale ancora visibili. Sottoposto a procedimento di liofilizzazione a scopo conservativo, l’uomo di Lindow è una delle soste consuete della nostra visita guidata del British Museum.

Foto: Mike Peel

 

 

 

 

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