Louis Simond (Lione 1767- Ginevra 1831) è stato un mercante francese che ha fatto fortuna a New York.

Pittore amatoriale e critico d’arte, di fede protestante, nel 1812 divenne membro della New York Historical Society.

Sposato in prime nozze con una ricca donna americana, Simond è ricordato soprattutto per i diari da lui compilati durante i suoi viaggi in Gran Bretagna, Svizzera e Italia.

Stabilitosi poi in Svizzera, fu dal 1824 al 1831 sindaco della cittadina di Versoix, sul lago di Ginevra, dove è ricordato per il suo impegno in favore dell’istruzione pubblica.

Nel suo viaggio in Italia, Simond attraversò anche l’Umbria, arrivando a Terni il 23 novembre 1817, proveniente da Spoleto.

Vedremo adesso come il suo diario racconti una storia singolare, che ci restituisce uno spaccato sociologico piuttosto di una mera descrizione del paesaggio.

La prima sorpresa a Terni fu sgradevole. Una volta giunto alla locanda, Simond non trovò infatti né latte, né legumi. Eppure egli aveva notato molto bestiame lungo il percorso. Simond pensò quindi che tale carenza fosse riconducibile alla pigrizia degli abitanti del posto. Si sentì invece rispondere, con un certo stupore, che ciò era dovuto alla vicinanza con le montagne.

Simond era partito di buon ora alla volta della Cascata delle Marmore. Lungo il ripido percorso, la sua comitiva passò da un paese <<che sembrava interamente abitato da mendicanti>>. Il nome non è specificato, ma per logica, tutto lascia pensare che si trattasse di Papigno. È scritto:

<<Un paese con delle vecchie mura sul bordo di una collina, fatto di case irregolari, con finestre senza telaio, muschio ai balconi, e dove ogni famiglia appendeva i panni ad asciugare tra un balcone e l’altro>>.

In modo discreto, passando Simond buttò un occhio dentro alle case. Papigno gli apparve come <<un covo di ladri più che un paese di campagna>>.

Tempo qualche minuto, la comitiva si trovò circondata dai mendicanti:

<<Da quei torbidi buchi, uscirono donne coperti di stracci e ragazzi, tutti gridando tanta fame! Gli uomini seguivano avvolti nei loro mantelli scuri, sotto a cappelli scomposti, con sopra una piuma rossa o con un ramo di bacche infilato. Avevano una barba lunga di quindici giorni>>.

I mendicanti seguirono Simond, e gli altri del suo gruppo, per tutta l’ascesa. Allarmati da quella presenza, i viaggiatori decisero, con successo, di tentare un compromesso. Racconta Simond:

<<Ho pensato che fosse prudente trovare un accordo. Se i mendicanti avessero smesso di seguirci, al nostro ritorno li avremmo ben ricompensati. Altrimenti, non avrebbero ottenuto nulla. Le condizioni erano fortemente a loro favore. I mendicanti si fermarono. Dalla Cascata, potevamo vedere questo reggimento vestito di stracci che ci guardava ed era allineato ad aspettarci. Al ritorno, fummo subito di nuovo circondati>>.

La descrizione che Simond fece della Cascata si limitò a pochi passaggi.

Disse <<che niente poteva essere più grandioso e di migliore gusto che la Cascata di Terni>>. Il fatto poi che tale spettacolo fosse opera degli antichi Romani, <<aggiungeva all’immmaginazione un certo prestigio>>.

Fu invece ancora sui mendicanti che si concentrò la sua attenzione:

<<Avevamo già pagato il nostro riscatto, e ad avevamo già percorso in discesa un tratto di strada, quando un altro distaccamento della stessa confraternita di mendicanti ci assalì, fingendo di non aver fatto parte dell’accordo precedente. Riconoscemmo tra loro un contadino dal quale avevamo comprato dell’uva. Lui e i suoi compagni pietosamente reclamavano tanta fame!, come se stessero realmente morendo di fame>>.

Simond rimase poi molto colpito dagli olivi secolari che coprivano tutta la collina, chiese quindi ad un contadino circa il ciclo di vita di uno di quegli alberi, e si sentì rispondere <<Vive sempre! Sempre !>>. L’autore francese prese così a descrivere gli olivi ternani nei dettagli.

Il giorno seguente, Simond e la sua comitiva lasciarono Terni per dirigersi a Monterosi. La valle del fiume Nera gli apparve bellissima.

Sembra di capire che il gruppo non effettuò una sosta a Narni.

Simond parlò piuttosto dei banditi che si dice infestassero la strada andando verso Otricoli. Volle tuttavia vedere il lato pittoresco della questione, lasciando intendere come, in fondo, questi banditi non fossero poi così pericolosi.

Citò quindi due carovane che erano state fermate nei giorni precedenti, e della lite avvenuta in una locanda della zona dove il corriere della principessa Carolina di Brunswick (anche lei in quegli anni in visita alla Cascata delle Marmore) aveva ucciso il corriere che accompagnava un cardinale.

L’assassino era stato arrestato, ma tutti dicevano che avrebbe evitato l’impiccagione, e che sarebbe invece uscito presto dietro pagamento di una certa somma.

Come si potrebbe collegare Louis Simond ad un eventuale festival della cultura da svolgersi a Terni e Narni ?

Un’idea potrebbe essere intanto contattare la New York Historical Society, da cui è tratta l’immagine di Simond che abbiamo qui pubblicato. Il certificato di appartenza a questa società riporta peraltro una vignetta disegnata proprio da Simond.

Un’altra idea sarebbe di contattare il comune svizzero di Versoix, dove Simond è stato sindaco per sette anni, e dove esiste anche una piazza a lui dedicata.

Le informazioni sono state tratte da Voyage en Italie et en Sicile, Tomo I, 1828.

Christian Armadori

L’immagine di Louis Simond è di proprietà della New York Historical Society (object number: 1953.254).

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